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lunedì, 23 Dicembre, 2024
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Guerriero Spataffi, una eredità morale e culturale che Gubbio ha il dovere di tramandare

GUBBIO – Sono passati quasi 14 anni ormai da quel maggio del 2007 quando Guerriero Spataffi, uno dei più grandi liutai italiani, ci ha lasciato. Ma il ricordo della sua arte, così come quello della sua persona, sono sempre vivi nella comunità eugubina. Conosciuto come “il vigile buono” per le sue doti di paciere e di uomo mite, il Maestro Guerriero, come lo chiamavano tutti, è stato anche e soprattutto il fondatore della scuola di liuteria nata a Gubbio nel 1978, grande motivo di orgoglio per gli ambienti culturali eugubini.

Conosciuto in Italia e all’estero per le sue indiscusse doti di liutaio, molti sono stati i riconoscimenti che ha ricevuto a coronare un’intera vita dedicata all’arte delle chitarre e dei violini, con tecniche e studi, tutti da autodidatta, davvero all’avanguardia. Da giovanissimo, appassionato di musica, aveva imparato a suonare il mandolino da autodidatta e quando, a 18 anni, aveva trovato un vecchio violino rotto, nascosto in un angolo della bottega di un bottaio di Santa Croce, Gige del Cucco, pensò che non era giusto che uno strumenti così bello potesse essere gettato via. Fu così che iniziò a dedicarsi al restauro e quel giorno prese il via quell’attività che poi è diventata una vera e propria arte che lo ha fatto apprezzare e conoscere in tutto il mondo.

Il  suo merito più grande è stato quello di mettere la sua “arte” al servizio degli altri nella scuola di liuteria che ha fatto nascere a Gubbio. Nel corso degli anni la scuola ha avuto più di 350 allievi provenienti da tutto il mondo, ai quali il Maestro ha insegnato i segreti derivati da tanti anni di esperienza, specie nella verniciatura che rende di gran valore gli strumenti ad arco così costruiti. Spataffi si è dedicato non solo al restauro (donando nuova vita, tra le altre, alla chitarra di Giuseppe Mazzini, costruita a Torino nel 1826), ma anche alla costruzione di strumenti nuovi. Ed ha sperimentato importanti innovazioni nell’incatenatura della tavola armonica proponendo due aperture al posto di una centrale.

Ha modellato anche un particolare violino che ha chiamato “Lupo d’Agobio” in onore della sua città. E ha ottenuto riconoscimenti da ogni parte d’Italia compresa una medaglia d’oro Baveno (sul Lago Maggiore) al concorso per maestri liutai. I suoi violini “soprano” sono in mano oggi ai più grandi solisti del mondo, ed è per questo motivo che non dovrebbe mai accadere che personalità come quelle di Guerriero Spataffi possano cadere nel dimenticatoio: nei confronti di tutta la comunità infatti rimane intatta un’eredità morale e culturale che Gubbio ha il dovere di conservare rinnovandone la memoria.

Paolo Tosti

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