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lunedì, 23 Dicembre, 2024
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Dall’alzata dei Ceri ad oggi, la malinconica parabola di San Pietro…

GUBBIO – Da anni ormai si sta assistendo ad un costante “spolpamento” di quanto rimane della natura. E di un paesaggio di un Paese che, fino a qualche decennio fa, era considerato tra i più suggestivi al mondo. Eppure a tutela del patrimonio storico urbano delle città medie e piccole, che sono state la fisionomia del Bel Paese, esiste una tradizione teorica ed operativa. Riconosciuta a livello internazionale a partire dalla Carta di Gubbio (1960). Che equiparava a monumento l’intero centro storico predicando la necessità di restaurare le pietre senza espellere le popolazioni residenti nei centri.

Proprio a Gubbio invece alcune di quelle pietre preziose sono state “spostate” per la realizzazione del parcheggio multipiano di San Pietro. L’opera pubblica di via di Fonte Avellana avviata come operazione dal Comune di Gubbio nel 2007 ma finita nel pantano della burocrazia. E stando alle testimonianze dei cittadini, oltre alle foto che inondano ormai i social, il parcheggio mostra purtroppo un degrado imperante. Nei giorni di pioggia le acque prendono possesso dei locali seminterrati, dando luogo ad una vera e propria palude. A questo però si aggiungono anche alcuni atti vandalici e la presenza costante di molti rifiuti che, oltre all’inciviltà di certe persone, fanno pensare ad un triste stato di abbandono .

Eppure un tempo, sopra quel cemento armato che oggi opprime l’antico convento, si respirava un’aria diversa, di certo più genuina. Tanto che negli anni ’30 (per la precisione dal 1930 al 1937) sul selciato che collegava la palestra all’inconfondibile scalinata semicircolare (come si può vedere nella foto) si è svolta anche l’Alzata dei Ceri. Tornerà un giorno a splendere di luce propria questo pezzo del cuore di Gubbio che da anni ormai sta ansimando sotto i colpi di un cemento ostile e opprimente? Si sente ripetere ogni tanto che “presto verranno terminati i lavori”. Di sicuro Gubbio e gli Eugubini meritano che questa “ferita” possa essere curata nel migliore dei modi. Evitando però di lasciare una cicatrice che farebbe soltanto male al cuore ripensando a quello che è stato e ha vissuto la storica “Palestra de San Pietro”.

(Foto tratte dal libro “Rossi: Storia di un Archivio Fotografico)

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